Spazio Interiore
 
 
Mi è difficile pensare allo spazio interiore come ad un concetto definito e delimitato. Spesso, nella pratica, capita che il corpo perda i propri confini, acquistando strane dimensioni: e la carne si confonde con lo spazio esterno come fosse anche essa fluida ed incorporea

Talvolta il corpo viene richiamato a se stesso da qualche campanello che suona all'interno: un gorgoglio dello stomaco che porta l'attenzione ai meccanismi della digestione; e sono contento nel sentire che la macchina, bene o male, funziona ancora. Oppure è il flusso sanguigno che si fa percepire grazie ai cambi di temperatura in qualche parte del corpo; e sento il calore riempire le dita di una mano un attimo prima ghiacciata. Ancora è il cammino del respiro a far da esploratore fin dove riesce ad arrivare: più facilmente lungo il canale della colonna; con più difficoltà nel tentativo di sfruttare al massimo la capacità dei polmoni, se l'inspirazione non è sufficientemente rilassata.

Ma la sensazione più forte, l'esperienza che mi si offre più intensa proprio quando meno la cerco, è quella provata quando la mente riesce a dimenticarsi del mondo esterno. Per pochi attimi ma completamente. Ed è allora, in quei momenti, che posso tuffarmi dentro me stesso e, attraverso questo passaggio, ritrovarmi di nuovo all'esterno.

Ma non sono più nella stanza, ma in riva al lago ad osservare questa luna che rende così lucente e placida l'acqua stessa. Prima di perdermi, per una lunghissima frazione di secondo, nel buio infinito e luminoso che questo piccolo corpo contiene dentro di sè.

Daniele
 

A volte è solo sogno e rimpianto
dolore e roccia dura
il respiro che non passa
pugno chiuso
noi che fuggiamo
dove ?
Così ritorniamo
le nostre armi ?
L'onestà, brutale,
e tanta pazienza.
La roccia non è poi così dura
qualcosa pulsa, urla, chiede pietà.
All'improvviso vediamo la nostra paura
in fondo fà male, ma non così tanto...
E' chiusura ma almeno è sicura
è più il Buio che pesa, e la nebbia
e l'amore degli altri che sbatte e non cura
così rimaniamo.
Qualcuno ci aiuta, ci prende per mano
capiamo Dante e il suo Inferno
la Torre che crolla
noi nudi.... Nessuno!
Allora qualcosa si schiude
il respiro si insinua
l'illusione ormai chiara
lo SPAZIO si apre
e noi meravigliati, stupiti bambini
perchè tanta lotta ?
Una goccia tra gli occhi
un chinare la testa dicendo di si,
grati
e prendendo il telefono
affermiamo tranquilli
due NO, non andremo......

Beatrice